Ha emozionato la platea all’81 Mostra del Cinema di Venezia ed emozionerà anche te: Tutto l’amore che serve.

Anno | 2025 |
Genere | Drammatico |
Durata | 95 minuti |
Regia | Anne-Sophie Bailly |
Cast | Laure Calamy, Charles Peccia, Julie Froger |
Trama e recensione
Il rapporto simbiotico tra Mona, una madre single, e suo figlio Joel, un ragazzo con disabilità cognitive, viene improvvisamente incrinato alla scoperta della gravidanza di Océane, la ragazza di Joel.

Tra sensi di colpa, tabù, fragilità, sogni infranti, desideri nascosti e tormenti, le relazioni prenderanno una direzione totalmente nuova, evolvendosi verso strade inesplorate.
Opera prima delicata e al contempo fortemente impattante della regista francese Anne-Sophie Bailly su una duplice emancipazione e crescita. La disabilità non è il nucleo centrale della narrazione bensì, come dichiara la regista, crea una lente di ingrandimento per osservare la complessità delle relazioni tra genitori e figli.
La macchina da presa esplora la maternità e la paternità da tanti punti di vista, incontrando spazi poco esplorati sul grande schermo.
Fortemente evocativa negli sguardi la recitazione di Laure Calamy, nei panni di Mona.

Océane e Joël sono interpretati da giovani attori, Charles Peccia Galletto e Julie Froger, a loro volta disabili.
“Era inconcepibile imitare o recitare la disabilità. Charles e Julie hanno cose in comune con i loro personaggi, ma non sono quei personaggi”, ha dichiarato la regista
Non mancano scene forti e per questo, il film è destinato a un pubblico adulto.
Tutto l’amore che serve è un urlo silenzioso che chiede che la vita umana sia vissuta pienamente nonostante i propri limiti, quelli altrui e le inevitabili difficoltà.
Un film potente che è un inno alla vita.
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