Le 4 R: ne hai mai sentito parlare? Si tratta di una strategia di gestione dei nostri scarti, e cioè dei rifiuti, che se fosse adottata da tutti potrebbe portare: 

  • minore impatto ambientale
  • una migliore gestione delle risorse
  • risparmio economico

A volte, quando ne parlo ad amici e conoscenti storcono un po’ il naso. Sembra quasi che sia faticoso o poco pratico gestire meglio i rifiuti nel quotidiano. Eppure, basta imparare a considerare i materiali che utilizziamo come risorse

Torniamo alle 4 R: è vero che questa regola è nata per parlare del corretto riciclaggio dei rifiuti, ma di fatto coinvolge ogni aspetto della nostra vita di consumatori e ha a che fare con i nostri comportamenti quotidiani. 

La cosa da capire è che ciascuno di noi ha un impatto più o meno importante sull’ambiente, è la famosa “impronta ecologica”. Quindi, meno rifiuti produciamo e più sono compatibili con l’ambiente, meglio sarà per tutti!

Qual è la regola delle 4 R?

Ecco le 4 R

  • Riduci
  • Riusa
  • Ricicla 
  • Recupera/Ripara 

A queste 4 R se ne potrebbe aggiungere una quinta: “raccolta differenziata”; o ancora trasformarla nella regola delle 6 R: “Riduci, Riusa, Ricicla, Recupera per Risparmiare energia e Risorse”.

Vediamo ora come tradurre in concreto queste regole. 

Riduci

Produci meno rifiuti! Come si fa? 

  1. quando fai la spesa scegli prodotti sfusi o, se non puoi, almeno che abbiano  imballaggi essenziali
  2. utilizza, per i tuoi acquisti, borse riutilizzabili, preferibilmente in tessuto
  3. acquista saponi ricaricabili (qui scivoliamo anche nel punto successivo), per le mani meglio la classica saponetta (magari con l’imballaggio di carta!)
  4. riduci al massimo l’utilizzo della plastica: preferisci imballaggi in carta e cartone, abbandona la pellicola per alimenti o la carta da forno (questa non è plastica, lo so, ma è un rifiuto, e te la butto là), scegli alternative biodegradabili

Riusa

Perché riutilizzare è importante? Perché se una cosa la riutilizzi non diventa un rifiuto. 

La cultura dell’usa e getta va superata: se è vero che è comodo in alcune situazioni (penso ai piatti incarta per un buffet di lavoro), ci sono tanti oggetti di uso quotidiano per i quali possiamo scegliere i “fratelli” riutilizzabili. Un esempio? I dischetti struccanti riutilizzabili, lo spazzolino con la testina interscambiabile (il manico rimane utilizzabile), i pannolini lavabili ecc.

Ci sono, poi, oggetti che puoi riutilizzare dandogli una seconda possibilità:

  • i fogli di carta stampata, il cui retro è perfetto per gli appunti
  • i sacchetti di carta del fruttivendolo, che possono servire per conservare e trasportare altri alimenti (es. i panini per la gita) oppure come carta assorbente quando friggi (a proposito, sai dove buttare l’olio di frittura?) 
  • i sacchetti dei negozi, da usare più volte come sporte 
  • le pagine delle riviste possono diventare buste da lettera
  • le retine della frutta o delle cipolle sono perfette per realizzare delle spugnette abrasive 
  • i vestiti logori e rovinati possono diventare comode pezze per spolverare o per pulire casa
  • i vestiti che non indossiamo più possono essere immessi nel circuito della vendita come abiti di seconda mano
  • elementi di arredo e oggetti ancora integri e funzionanti possono essere venduti o regalati

Ricicla

Cosa significa riciclare? Significa rimettere “in circolo” qualcosa.

In prima battuta significa conferire i materiali di scarto (rifiuti) in modo corretto nell’immondizia. Fare una raccolta differenziata corretta è il primo passo per dare un’opportunità in più ai materiali di scarto: plastica, carta, vetro, persino abiti usati.   

Esistono poi azioni di riciclo che possiamo compiere in casa: possiamo realizzare ricette con avanzi di cucina, scarti vegetali e così via.  

Una forma molto divertente di riciclo è il riciclo creativo: collane che prendono vita da stoffe o da carta, bottiglie di plastica che si trasformano in oggetti utili ecc.

Recupera

L’idea del recupero è semplice: si prende una cosa danneggiata e la si aggiusta per poterla utilizzare ancora.

I costi delle riparazioni, oggi, fanno sì che quando si rompe qualcosa sia quasi più conveniente acquistarne una nuova piuttosto che farla riparare. Eppure non è sempre così, e può anche essere divertente scoprire di cosa siamo capaci cimentandoci con piccole e grandi riparazioni!

Questo concetto può essere applicato in ogni ambito: se si rompe o strappa un vestito ancora buono, puoi ripararlo. Se si rompe la gamba di un tavolino, un falegname sarà come intervenire. Se la suola delle scarpe si consuma, basta farle risuolare. 

Uno dei contesti in cui è molto attivo il recupero è quello dell’arredo: si recuperano sedie, poltrone, cucine ecc. 

Interessante anche l’upcycling, a metà tra riciclo e recupero virtuoso. Con questa tecnica si riassemblano abiti allo scopo di realizzare una creazione sartoriale completamente nuova. 

A me piace recuperare i pallet o bancali per realizzare le tavole che fanno da sfondo alle mie foto di ricette!

Infine, per favorire il recupero, si possono acquistare oggetti che provengono dal riciclo di materiale di scarto. Un esempio? Il cashmere rigenerato, i tessuti realizzati con bottiglie di plastica recuperate (ci si possono realizzare pile, zaini e borse) e così via. 

Hai trovato qualche spunto utile? Spero di sì! Ridurre, riusare, riciclare, recuperare: ognuno di noi può fare la sua parte. Sul mio sito trovi idee per il RICICLO.

Se vuoi aggiungere qualche consiglio, scrivilo pure nei commenti qui sotto!