Hai mai sentito parlare di PFAS? Non è una parola straniera ma è un sigla, e ci riguarda molto più di quello che tu possa immaginare.

PFAS significato della sigla: lo conosci?

Il termine PFAS è una sigla che sta per Per-Fluoro-Alkyl-Substance.

Ecco, così non si capisce molto. 

Se ti dico che indica un vastissimo gruppo delle sostanze per- e poli-fluoroalchiliche, caratterizzate da un legame di atomo di carbonio e un atomo di fluoro, un legame praticamente indistruttibile? Lo so, ancora non si capisce molto.

Se, invece, ti dico che sono dei composti chimici creati sinteticamente dall’uomo e usati in migliaia di prodotti per renderli impermeabili e antiaderenti, forse si comincia a capire un poco di più.

Cerco di spiegarmi meglio. 

In natura i PFAS non esistono. Sono una produzione dell’uomo usata a partire dagli anni ‘40 in poi per qualità quali impermeabilità, durevolezza e resistenza al calore. Furono utilizzati anche nel progetto Manhattan per produrre la bomba atomica… 

Sono un prodotto chimico che, attraverso il legame Carbonio-Fluoro, resiste all’acqua e ai grassi. Una caratteristica preziosissima che li rende praticamente indistruttibili e che ha fatto sì che vengano impiegati in moltissimi prodotti di uso comune. 

Dove trovi i PFAS e per cosa si usano?

Ecco un elenco di prodotti che utilizzano i PFAS:

  • rivestimenti antiaderenti di pentole e padelle
  • impermeabilizzazione giacche a vento
  • tessuti antimacchia
  • schiume per spegnere il fuoco
  • carta forno
  • filo interdentale
  • contenitori per alimenti
  • sacchetti da popcorn per forno a microonde
  • impermeabilizzanti per tessuti
  • pelli
  • carta oleata
  • materassi
  • tappeti
  • divani
  • sedili
  • detersivi
  • insetticidi
  • pesticidi
  • cosmetici
  • panchine
  • e molto altro… 

Indistruttibili PFAS

I PFAS che sono nei prodotti sono praticamente indistruttibili. Quello che è il loro vantaggio per la nostra quotidianità, diventa un problema molto serio per l’ambiente e per la nostra salute.

Infatti resistono ai processi di degradazione fisica, chimica e biologica operanti in natura, viaggiando nel terreno, nell’acqua, nell’aria. 

Sembra che ci vogliano centinaia di anni affinché nell’ambiente trovino il loro momento di decomposizione.

Quindi, non avendo il principio di degradazione, si accumulano nell’ambiente, entrano nella catena alimentare e si accumulano anche nei corpi. Vengono incorporati dalle piante, dagli animali e dagli esseri umani. 

Si distruggono a temperature intorno ai 1.100 gradi, temperature così elevate che neppure gli inceneritori di nuova generazione riescono a raggiungere. 

Sono detti inquinanti eterni (forever chemicals).

Esposizione ai PFAS cosa provoca e pericolosità

I PFAS potrebbero sembrare un prodotto-progresso dell’umanità che si presenta come risposta a tantissime necessità. Sarebbe davvero un sogno se non fosse che sono molto molto pericolosi!

Sono, infatti, inquinanti perfetti perché sono inodori, insapori e incolori.

La pericolosità dei PFAS è duplice:

  1. Essendo indistruttibili, sono impossibili da smaltire e, quindi, sono dannosi per l’ambiente.
  2. Di conseguenza, essendo pericolosi per l’ambiente lo sono anche per noi.

L’esposizione diretta ai PFAS è causa di moltissime malattie. Sempre più studi lo stanno evidenziando. L’esposizione a PFAS è correlata con:

• percolesterolemia • diabete mellito • cardiopatia ischemica • bambini nati con basso peso alla nascita • malformazione nei neonati • pre-eclampsia • diabete gestazionale • indebolimento del sistema immunitario • mancanza di risposta alla vaccinazione • infertilità • problemi alla tiroide • cancro al testicolo • colite ulcerosa • cancro al rene • linfomi • leucemie • malattie cerebrovascolari • Alzheimer • e altro ancora

Come eliminarli?

Al nostro organismo servono da 3 a 1 anno per ridurre al 50% la concentrazione dei PFAS nel sangue, ma anche così rimangono nei tessuti e negli organi. I tempi di degradazione e persistenza nelle varie matrici ambientali sono lunghissimi! 

Sebbene sia praticamente impossibile evitare di entrare in contatto con i PFAS attraverso l’aria che respiriamo, i materiali che maneggiamo e il cibo che consumiamo, è essenziale assicurarsi di limitare il più possibile la nostra esposizione. 

PFAS e acqua

Negli ultimi anni è stata verificata la presenza di PFAS nelle acque sotterranee e nell’acqua potabile.

Poiché i PFAS hanno il potenziale per bypassare i filtri di trattamento delle acque reflue e infiltrarsi nelle riserve idriche, sono necessari test regolari per monitorare le concentrazioni delle sostanze chimiche nell’acqua da cui dipendiamo per la nostra sopravvivenza come specie. 

A causa della diversa natura dei componenti PFAS, testare la loro presenza in un campione d’acqua non è una sfida da poco.

Tuttavia, si stanno facendo progressi nel campo che rendono il processo più semplice e facile. L’articolo Tecnica di screening delle concentrazioni di fluoruro organico adsorbibile (AOF) con Xprep C-IC entra nei dettagli su uno degli sviluppi recenti più promettenti in questo campo.

Filtri a carboni attivi ricavati da noci di cocco: questa è la più diffusa tecnologia per trattare le acque contaminate da PFAS.

Ti interessa vivere in un mondo più pulito? Scopri come fare a meno della plastica nel tuo quotidiano.